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Categoria: Indagini
Arezzo, allarme terziario: un’impresa su tre a rischio chiusura in caso di nuovo lockdown
Pubblicati i dati provinciali aretini dell’ultimo Osservatorio congiunturale curato da Format Research per conto di Confcommercio Toscana, che ben descrive la situazione di crisi che la pandemia ha causato anche a livello economico. Dopo una timida ripresa estiva è di nuovo crollato il clima di fiducia degli imprenditori. Sette su dieci guardano con timore l’ipotesi di un nuovo lockdown, che per uno su tre potrebbe significare la fine dell’attività.
Confcommercio ha presentato oggi (giovedì 20 febbraio 2020) a Roma la quinta edizione dell’indagine sulla demografia d’impresa effettuata a livello nazionale. Negli ultimi dodici anni, dal 2008 al 2019, la città di Arezzo rispetta il trend individuato per le altre 119 città italiane esaminate: ci sono sempre meno negozi, più bar, ristoranti e strutture ricettive.
Tassa rifiuti troppo cara anche in Toscana Confcommercio: “così si frena lo sviluppo”
La presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini: “la Tari rappresenta un peso insostenibile e spesso ingiustificato, vista la notevole riduzione nella produzione dei rifiuti. E fa rabbia dover assorbire i costi alti dovuti alle inefficienze di gestione dei Comuni”. Le categorie merceologiche più tassate in Toscana ortofrutta, pescherie, piante e fiori, pizzerie al taglio, che pagano fino ad oltre 35 euro al mq. Seguono ristoranti e pizzerie (fino ad oltre 32 euro al mq). Firenze, Pistoia, Pisa, Carrara e Siena tra le province dove la Tari è più cara; Arezzo la più virtuosa. Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni: “necessaria una profonda revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo ‘chi inquina paga’ e tenga conto delle specificità di determinate attività economiche, che dovrebbero avere agevolazioni o esenzioni per le aree che di fatto non producono alcun rifiuto”
Saldi estivi 2018, in provincia di Arezzo un affare da 20 milioni di euro
L’indagine previsionale della Confcommercio aretina sull’andamento delle vendite di fine stagione, che partiranno sabato 7 luglio per terminare il 4 settembre: il 60% delle famiglie farà shopping in saldo per un budget complessivo di 225 euro. Tra i capi più richiesti tshirt, sneakers e abiti di qualsiasi foggia per le donne; giacche sportive, tshirt griffate e ancora sneakers per gli uomini. Il presidente di Federmoda-Confcommercio Paolo Mantovani: “con il caldo di questi giorni partiamo sotto i migliori auspici. Finora la stagione non è stata delle più brillanti. Rispetto allo scorso anno non possiamo parlare di incremento delle vendite, ma di tenuta sì ed è già un ottimo risultato di questi tempi”.
Arezzo, del terziario il 63% del PIL
Commercio, turismo e servizi forniscono il contributo più rilevante alla formazione del valore aggiunto in provincia. Lo conferma la Camera di Commercio, che l’8 giugno scorso ha presentato il rapporto annuale sull’economia locale. Tanti segni negativi, a partire dal saldo fra imprese cessate e nuove iscritte (-16), ma anche qualche spiraglio positivo, come la crescita del turismo. Il vero ‘motore’ del registro delle imprese sono donne, giovani e stranieri. Sanità, servizi alle imprese, servizi di alloggio, attività professionali tecniche e servizi di informazione e comunicazione sono i settori con il più alto tasso di crescita. Il lavoro precario: 21.970 nuove assunzioni nel 2017, ma solo il 17% dei contratti stipulati era a tempo indeterminato
Arezzo: meno negozi, più bar e ristoranti
In dieci anni perso il 5,7% delle imprese commerciali, soprattutto nelle aree fuori dal centro storico. Bar, ristoranti e strutture ricettive segnano invece un +21% grazie alla spinta del turismo e del “fuori casa”. Le perdite più importanti riguardano i negozi di moda, elettrodomestici e prodotti per la casa, crescono invece alimentari, farmacie, telefonia e commercio ambulante. La presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini: “diminuzione ancora contenuta, ma stiamo attenti per il futuro”. E richiama alla responsabilità anche i consumatori: “il consumo è un atto politico, la città si modella anche in base alle nostre scelte di shopping: on line, nei negozi tradizionali o nei grandi centri?” Altro dato della ricerca: il centro resta il più importante attrattore di investimenti economici, mentre le periferie rischiano di segnare il passo. Opportuno quindi, aprire una riflessione per governare l’evoluzione commerciale e urbanistica della città.
Natale 2017, 350mila toscani al ristorante
Il 9,4% della popolazione (era il 9,2% nel 2016) consumerà il pranzo del 25 dicembre in un locale. Il menù tutto compreso, con piatti della tradizione e bevande incluse, quello più gettonato. Spesa media di 50 euro a persona, fra le 15 e le 20 invece per il pranzo in casa. Il presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano: “oltre sei locali su dieci resteranno aperti”. Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni: “più persone al ristorante, è un segnale importante: le famiglie hanno voglia di trattarsi bene e di uscire dall’austerità della crisi. Ma ancora manca quello slancio deciso che incida in maniera significativa sui consumi interni”.
Confcommercio rileva tra gli operatori casentinesi più positività rispetto allo scorso anno: per molti, gli affari sono migliorati, anche se molto lievemente. E tutti confidano nei risultati di dicembre. Il responsabile di delegazione Luca Boccalini: “c’è grande voglia di intercettare i clienti fra proposte di qualità e molti sconti per smuovere un po’ il mercato”. Il presidente della Confcommercio casentinese Adelmo Baracchi: “numero di negozi stabile, forse qualche ridimensionamento nella misura dei fondi o nell’ubicazione, ma nell’aria c’è voglia di positività”. L’opinione di alcuni negozianti fra Bibbiena e Poppi
È mancata quest’anno la partenza sprint che di solito arrivava con il Ponte dell’Immacolata. La presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini: “si avvertiva una lieve ripresa nell’aria, il Ponte ha un po’ tradito le aspettative per colpa del clima. Confido in un’accelerata dal prossimo fine settimana”. Il direttore generale Franco Marinoni: “per effetto delle tredicesime, a dicembre le famiglie avranno addirittura il budget più alto degli ultimi dieci anni, circa 1.500 euro ovviamente comprensivo di tutti i consumi, alimentari e non. Ma l’importo per i regali sarà in linea con lo scorso anno, circa 166 euro a testa”. Per quanto riguarda i settori merceologici, sarà un Natale a due misure: buono, a tratti ottimo, per il settore della gastronomia; meno brillante, e ancora in linea con il Natale 2016, il non alimentare. La situazione è per molti versi omogenea in tutti i capoluoghi toscani. “Ovunque ci si aspetta un Natale di tenuta, non peggiore del 2016, e questo è già positivo. Ci sono alcune aree felici e città in difficoltà: Livorno, per esempio, dove la recente alluvione è ancora una ferita aperta e i commercianti, gioco forza, si aspettano un Natale in tono minore”.